sabato 9 febbraio 2013

YOKO ONO


Intervista a Yoko Ono
di Marta Casati



MOSTRA DEL CINEMA, VENEZIA. 2004.
Attori e registi, pailettes e lustrini. Una Venezia densa di appuntamenti, di incontri, di feste. I riflettori sono puntati su quella piccola parte della laguna veneta chiamata Lido, dove ogni anno, per due settimane, tutto si ferma per la mostra del Cinema. Anche quest’anno.
Ma lei non è lì per questo, la sua missione sembra avere tutt’altro respiro. Esile, racchiusa in una grazia minuta e gentile, cosparsa da un leggera eleganza, quasi fosse un soffio che accompagna ogni suo movimento. Quell’eleganza che non necessita di evanescenti accessori. In nero, essenziale. Affollata, quasi inghiottita dalla massa dei giornalisti e dei curiosi: rumoreggiano, si spingono, strattonano. Intuire quanto silenzio sia davanti ai loro occhi, in quelli occhi nascosti da un paio di occhiali da sole dalle lenti scure, sembra essere impresa troppo ardua.
Yoko Ono: da sempre chiacchieratissima, criticata, amata, apprezzata, odiata, imitata. Ospite di Openasia 2004, la mostra ha unito quarantatre artisti da ventitre Paesi per mostrare che il dialogo artistico tra Occidentale e il Regno del Sole è più che possibile. Ma di certo alle grande platee è abituata. Le sue mostre fanno il giro del mondo dai primi anni ’60, a quando risalgono i primi progetti con il gruppo Fluxus. Film sperimentali, accanto alla scultura, alla pittura, al cinema, alla fotografia, al teatro. E alla musica ovviamente. Il marito John Lennon aveva capito da subito che musicista fosse. Ma sempre e comunque sul pianeta “arte”. Ma a modo suo, ovviamente. Perché, sorridendo, afferma: “Devo contare sul mio giudizio personale, sebbene alcuni lo considerino un po’ fuori dai canoni. Ho i miei ritmi ed i miei tempi non posso farci niente”.



Quali sono i motivi principali che l’ hanno spinta a partecipare ad Openasia 04?
Il progetto di Openasia è completo e coinvolgente. E’ un tipo di mostra che intende coinvolgere più realtà artistiche insieme, pur essendo etnicamente diverse. Si vuole creare un dialogo che sia unico. Sono estremamente felice di prendervi parte perché mi sento uno strumento efficace, che contribuisce a portare la cultura asiatica nel mondo, a farla conoscere in Occidente.
Il suo progetto si chiama Onochord. Apparentemente è un video ma solo nella sua forma più esterna. In realtà è un’installazione dalla valenza concettuale molto forte. Lei stessa l’ha definita “un messaggio d’amore universale”…
“Onochord” non è altro che l’unione del mio nome e di chord, ossi aunione, accordo. Ho voluto promuovere quanto volessi esprimere attraverso un “S.O.S.” un po’ speciale, che utilizzasse una sorta di alfabeto morse, ossia quello utilizzato in mare dalle navi per comunicare. Nel mio caso non è una vera richiesta d’aiuto, ma è un messaggio di amore. Ho voluto comprare quattromila lampadine e diffonderle perché tutti potessero lanciare il mio S.O.S: I LOVE YOU, dove uno [accende la lampadina una sola volta] sta per I, due [lo ripete due volte] sta per LOVE, tre [tre volte di seguito accende la luce] sta per YOU.

Nel suo video dimostra quanto spesso le parole non siano assolutamente necessarie, come la verità non risieda nel rumore, troppo spesso sovrasta il frastuono. Ispirato dal suo messaggio, il mio pensiero è che oggi ognuno di noi sappia troppo bene sprecare il proprio tempo, occupandolo in futilità e corrodendo il vero senso della vita. Ritiene che l’uomo,  “creatura del nostro tempo”, abbia ancora un po’ di lucidità, sapere cosa è realmente importante?
Adesso c’è solo bisogno di amore nel mondo. Siamo tutti arrabbiati, confusi, impauriti. Nel profondo. Per questo voglio che il mio messaggio siano diffuso a tutti, che rimbalzasse.
Addirittura ho il grande sogno di illuminare un intero grande palazzo, con tante finestre, in modo tale che si accendesse e si spegnesse al ritmo uno, due, tre…[intendendo uno per I, due per LOVE, tre per YOU]. Per questo già questa sera ci troveremo tutti in Piazza San Marco ed accenderemo le nostre luci. “Ti voglio bene” deve essere come un’onda e diffondersi tutt’attorno.

Ma Onochord può anche essere considerato una tappa successiva - almeno concettualmente – un viaggio iniziato molti anni fa, insieme a suo marito John Lennon? L’Italia sarebbe come un punto di partenza per una diffusione molto più ampia…
Sono molto contenta che parta da qui: sento l’Italia come un posto davvero speciale, denso di emozioni. Tutti questi sentimenti sono racchiusi qui, nella stessa Venezia.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Esaminando le Sue opere affiora con forza quanto sia fondamentale la ricerca di una Forza Universale, di un’Energia che vada oltre ogni tempo e ogni spazio. E’ come se percepisse l’inevitabile bisogno di abbracciare ogni piccolo spazio della Terra, ogni minuscola creatura. Il Suo essere vicino all’arte, essere artista, ha da sempre avuto questa caratteristica? E’ questa una componente che si è mantenuta nel corso del tempo o, in caso contrario, come si è evoluta? 
Lei  conosce bene quali siano le potenzialità della mente, come la psiche sia in grado di crearsi un “conceptual word” - come Lei stessa ha definito - dalla vastità immensa. Un luogo dove ogni cosa possa essere reale, dove si possibile mescolare una mela ad una scrivania (ad esempio) dove tutto coesista, amalgamandosi. Una realtà che non possa essere racchiusa da nessun contenitore.

ONOCHORD

Trasmettete il messaggio ONOCHORD:

"IO VI AMO"

accendendo e spegnendo ripetutamente la luce
secondo gli intervalli e i tempi necessari
per trasmetterlo:

dalle navi
dalle cime delle montagne
dagli edifici
con edifici interi
nelle piazze cittadine
dal cielo
e verso il cielo.

Continuate a trasmettere il messaggio
sino alla fine dell’anno
e oltre.
Continuate a trasmettere il messaggio
ovunque sulla terra
e all’universo.
Continuate a trasmetterlo.

Alla gente:
trasmettete il messaggio con le mani
con torce
o con accendini

Il messaggio IO VI AMO in ONOCHORD è:

IO i
VI ii
AMO iii
Io vi amo!
yoko ono
2004


 (Pubblicato su ESPOARTE di Ottobre-novembre 2004)

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