sabato 9 febbraio 2013

KINKI TEXAS


 

Intervista a KINKI TEXAS 

di Marta Casati




I suoi disegni potrebbero attrarre come molti altri offerti da numerosi colleghi. La linea e il contenuto di Kinki Texas però sa differenziarsi. Non si tratta dell'artistica moda pop-fumettistica che ormai ci ha invaso (e anche stufato). Il suo universo è autoreferenziale, imprescindibile, spregiudicato.



Chi sono i tuoi miti?
Io personalmente non ho miti. Ma sono molto interessato a diversi miti che smonto e poi rimettoasf insieme in un nuovo contesto nel mio Kinki-Texas-Space.

Chi era il tuo eroe leggendario da piccolo?
 C´erano diversi: Roman Nose (Grande capo dei Cheyenne), Flavius Aëtius (Flavio Ezio, circa 390-454, fu generale dell'Impero Romano d'Occidente), Cole Younger (pistolero), Doc Holiday (dentista), Han Solo.

Lo avevi anche tu l’amico invisibile?
No.

Chi dovrebbe vivere per sempre?
Elvis.

Le tue creature hanno più paura della realtà o hanno più paura di quanto potrebbe essere….o magari non hanno paura di niente?
Alcuni di loro si. Ma la loro realtà non è la nostra. Loro vivono nella realtà che racconto nel mio Kinki-Texas-Space.

Il personaggio più mostruoso che ti viene in mente.
Paperoga.

Chi vorresti incontrare ma già sai che, per forze maggiori, è impossibile?
Georg Wilhelm Friedrich Hegel.

Esiste un luogo dove i cattivi sono anche giusti?
Si, dove loro fanno le regole.

L’utopia più enorme che l’uomo potrebbe pensare.
Il viaggio al punto di Archimede.

La città o il luogo al mondo che desidereresti maggiormente conoscere e visitare.
L´ Artide.

Perché? 
Perché lì ho l´aspettativa di trovare una ineguagliabile limpidezza.

Cosa puoi esprimere nel video che invece la tela non potrà mai contenere?
Direi solo il volume, la colonna sonora. Dal punto di vista figurativo o rappresentativo alla fine video e pittura sono equivalenti e di uguale valore. Anche il movimento che in un primo momento potrebbe essere considerato una cosa esistente solo nel film lo spettatore può trovare anche nella pittura. 

Dammi tre aggettivi per descrivere l’arte contemporanea.
L´arte contemporanea, sopravalutandosi, si liquefa. È quasi aggressiva contro sè stessa però, nello stesso tempo, poliedrica e multiforme. 

La sensazione più forte che provi mentre dipingi.
La tensione del rischio.

Che rapporto hai con la fotografia?
Molto positivo … .

Quali sono le differenze nel vivere e fare arte tra l’Italia e la Germania?
Noto già solo in Germania diverse scene d’arte. L’ambiente dell’arte ben sistemata e ufficialmente accettata ha una coscienza di sé che può essere rappresentata dal famoso cesso di Duchamp. Mettendo regole e stabilendo cos´è l’arte e cosa non è l´arte, si crea un mondo che si auto-definisce ed in conseguenza rimane uno spazio culturale mentalmente limitato e chiuso che esclude totalmente momenti urbani o quotidiani. Cosi viene coltivata un´atmosfera museale nella quale un lavoro deve “funzionare” o anzi forse non può fare niente altro che funzionare. La mia prima impressione in Italia è che la cultura faccia molto più parte della vita quotidiana della gente anche oltre questo spazio di cultura definita. Gli italiani vivono una coscienza dello stile e perciò hanno meno problemi ad avvicinarsi ad un tipo di arte che in Germania si trova solo nella cosiddetta Off-Kunst dell’underground che non si occupa della domanda che cosa significa arte? L´avvicinamento anche all’arte dell' underground per gli italiani sembra meno problematico indipendentemente se piace quello che vedono o meno. Ma almeno un contatto con questo mondo d´arte non è vietato, anzi è voluto. A me sembra che ci sia una certa analogia tra la capacità degli italiani di avvicinarsi a questo tipo di arte attraverso la lunga tradizione culturale e la non voluta ma esistente opposizione della giovane off-cultura tedesca anche se le origini e le radici sono molto differenti.

A chi vorresti fare un ritratto?
All’Imperatore Claudio o Gretchen Modermöse (Mary-Jane-Fica-Rotta).

Meglio stupire o lasciarsi stupire?
Preferisco stupire.
Quale è stata la prima opera d’arte che hai visto da piccolo ma che ti ha segnato in maniera indelebile?
La tentazione di Sant`Antonio di Mathis Gothart Grünewald.

Che professione volevi fare da piccolo?
Archeologo.

Si è artisti per natura, per necessità o per scelta?
All’ età di 18 anni ho coscientemente deciso per la pittura anche se dipingevo già prima. La parola artista riferita a me però la evitavo ancora per tanti anni, ad esempio mi rifiutavo assolutamente di firmare le mie opere.

Si è liberi nel fare arte?
Dipende sicuramente dell’atteggiamento dell’artista. Se l´artista si lascia sottomettere e influenzare dal “Sistema” segue una costrizione assurda. Quindi alcuni sono liberi, altri no.
Cosa è cambiato rispetto ai decenni passati nel mondo dell’arte contemporanea?
Il mondo dell’arte è stabile. Buchi o strappi che vengono causati dall’ esterno si chiudono abbastanza velocemente dall’interno, quasi come una osmosi.

Il pubblico di oggi ha un´occhio attivo e attento o passivo e non esigente?
Un pubblico che si interessa di arte non può essere passivo. Come reagisce a quello che vede dipende dalla sensibilità dello spettatore. Per quanto riguarda la mia esperienza le reazioni sono le più disparate. 

Il video ha lo stesso valore della pittura nella tua ricerca?
Anche nella mia ricerca personale i due generi sono equivalenti e di ugual valore. In pittura e grafica cerco di filmare e nel video cerco di dipingere. Ma anche se i due processi si condizionano a vicenda ogni lavoro concluso alla fine è autonomo e indipendente.
Il tuo libro preferito, il tuo cd preferito, il tuo film preferito.
Libro: Moby Dick, riscritto da T.C. Boyle. Il mio cd preferito sarebbe quello con le mie canzoni favorite di Hank Williams cantate da Bonnie Prince Billy e viceversa. Film: Denver Clan ma in una nuova versione girato dal regista Lars Von Trier e con gli attori originali.

Se fossi un animale saresti? Se fossi un’auto saresti? Se fossi un colore saresti?
Animale: Lipizzano, Macchina: Una Jeep però mezza rotta, Colore: Un rosso marrone scuro (rosso castagna).

L’ironia è una dote o una via di fuga?
L´ironia è un´atteggiamento critico che, invece di reagire conseguentemente, si diverte.

Ti reputi ironico?
Ogni tanto.
Ti chiedessero di stilare una classifica con i migliori cinque artisti mondiali e di ogni tempo, chi sceglieresti?
Calcio: Diego Armando Maratona. Film: Sam Peckenpah. Pop: Hank Williams. Archittetura: Ludwig Mies van der Rohe. Museo: Jake and Dinos Chapman
Cosa significa “ascoltare”?

Ascoltare è il presupposto per entrare in contatto col pensiero di un´altra persona.

Sei prigioniero della tua mente?
No – Riflessione libera!

Brema, la tua città: cosa ami di più di Brema? Cosa detesti maggiormente?  
Amo il calcio, detesto il mese di febbraio. 

Ti capita più spesso di sognare ad occhi aperti o chiusi?
Ad occhi aperti … .

Per cosa provi rabbia?
Per l´ipocrisia intellettuale.
L’ingiustizia maggiore dei nostri tempi.
Sembra assurdo ma l´ingiustizia non può esistere. Anche il danno più grave che può capitare all’ uomo deriva sempre da una legge esistente. La giustizia viene definita dalla legge. Non credo invece che esista una entità superiore o forza maggiore dalla quale derivino le nostre leggi. Non mi chiedo se un danno, una sofferenza o una guerra siano giusti o ingiusti, io cerco solo l´origine di queste miserie.
Affermeresti (in realtà è un ordine!) che è l’intervista migliore alla quale tu sia stato sottoposto?
Chiaro!


(Pubblicato su ESPOARTE di APRILE-MAGGIO 2007 )

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